The Queen, la morte di una comunicatrice

The Queen, la morte di una comunicatrice

Elisabetta II ieri si è spenta, 8 settembre 2022, a 96 anni dopo 70 di Regno.

Da ieri e chissà per quanto tempo il mondo piangerà un personaggio che ha segnato, percorrendola, la storia del Novecento e dei primi venti anni del 2000.

La rappresentazione del potere

Elisabetta II ha rappresentato il potere di un Paese colonizzatore e si è fatta portatrice di valori così antichi e anacronistici ma che tanto piacciono alla maggior parte dei britannici.

La Regina ha mantenuto a fatica l’integrità della Corona e i suoi immensi privilegi, nonostante le guerre, le crisi diplomatiche, le rivolte indipendentiste dei territori d’oltremare, le faccende familiari fatte di tradimenti, divorzi, scandali, capricci reali. Elisabetta è riuscita sicuramente a romanticizzare il privilegio e tutti siamo stati a guardare gli sfarzi della Corona, mentre fuori imperversano crisi economiche e sociali importanti. Senza scandalizzarci troppo, senza alzare la voce. La famiglia Reale era al di sopra delle polemiche perché era “normale” che fosse così.

The Queen, una comunicatrice

Il suo sguardo deciso e austero veniva alleggerito e addolcito dai suoi look color pastello, dai suoi Corgi sempre al seguito, dai foulard avvolti intorno alla testa mentre cavalcava uno dei suoi tanti cavalli come una qualunque nonnetta delle campagne inglesi.

The Queen è divenuta un’icona pop che ha ispirato artisti di ogni genere, è divenuta gossip, gadget, copertine di giornali e riviste, film, documentari e serie tv.

70 anni seduta sul trono mentre vedeva la società cambiare. È salita al potere quando il mezzo di comunicazione più diffuso era la radio ed è morta nell’era del metaverso, della realtà virtuale, dei social network. Lei stessa, ben consigliata dal principe Filippo, ha scelto la tv per la sua cerimonia di incoronazione. Mai prima il pubblico aveva potuto assistere ad un evento così arcaico. Da lì il suo immenso successo. Lilibet era una comunicatrice, questo le va riconosciuto. La sua smania di mantenere integra la Corona l’ha portata a scegliere sempre il giusto mezzo di comunicazione e ha sempre curato nei dettagli gli outfit, le location, i toni, gli sguardi.

Ha capito che per salvare un’istituzione sempre più stonata con l’avanzare del tempo occorreva comunicare bene quel sistema di valori, normalizzarlo agli occhi di un pubblico sempre più evoluto, sempre più critico, sempre più consapevole.

Brand awareness, crisis management, consenso e reputazione: The Queen, se ci pensiamo bene, è stata una comunicatrice perfetta.

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