Facebook, Instagram e le nuove norme sulla privacy fermeranno gli influencer?

Dal vaso di Pandora che qualche tempo fa è stato scoperchiato sono accidentalmente emerse le verità più nascoste del social più amato al mondo: Facebook. Dopo lo scandalo Cambridge Analytica e le due audizioni al Congresso degli Stati Uniti, la UE vuole scavare a fondo fino ad arrivare a togliersi qualsiasi dubbio sul suo distorto utilizzo.

Le nuove norme di Facebook

Ci sono da sciogliere nodi legati alle informazioni di ben 2,7 milioni di profili europei e curiosità circa i modi in cui Facebook vedrà di allinearsi al GDPR, il Regolamento europeo sulla privacy che avrà luogo a partire dal 25 maggio e che non lascerà spazio ad errori e distrazioni.

Si inizia dall’analisi del confine vigente tra pubblicità e privacy, tra tendenza e corrispettivo guadagno economico, tra studio del target e tassi di conversione. In realtà, oggi, un primo immediato contraccolpo si è già avvertito in alcune “caste”, quelle degli influencer ad esempio, che a poco tempo dal lancio di uno strumento a loro dedicato si vedono cambiare le regole del gioco.

Il servizio di shopping offerto da Instagram infatti non permetterà più di utilizzare i Like sui post degli influencer per inviare mail con informazioni relative ai prodotti associati dotati di pulsanti di acquisto. Questa infatti pur essendo una notevole comodità per chi vendeva e sponsorizzava prodotti violava la cessione dei dati. A proposito di ciò il Chief Techonology Officer di Facebook, Mike Schroepfer ha diffuso una nota stampa circa le modalità attraverso cui le app potranno accedere a eventi e pagine. L’intento, ha fatto sapere, è quello di chiudere l’interfaccia di programmazione di applicazioni quali Instagram o l’API.

Cosa significa?

Quanto detto sta a significare semplicemente che:

  • Le terze parti non avranno più la possibilità di raggiungere le liste di follower per utilizzarne i dati a fini propri.
  • Non sarà più possibile consultare i post che hanno raggiunto l’obbiettivo conquistando il mi piace degli utenti.
  • Le società di analisi che erogano dati demografici dei follower saranno impossibilitate ad accedere ai dati interni ad Instagram.
  • Sarà vietato utilizzare “bot” per manifestare il proprio gradimento ad account specifici o a post pubblicati.

Di certo tutto ciò non farà piacere a chi per mestiere ha creato una strategia basata su scatti fotografici sponsorizzati da famosi brand o alle aziende che hanno come obiettivo quello di elaborare i dati degli utenti più seguiti.

Di sicuro il caso Cambridge Analytica ha spostato gli equilibri, favorito nuove piattaforme e fatto nascere una nuova comune consapevolezza.

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